Appennino Alto Sangro

COSA VEDERE, FARE, E PIATTI TIPICI

L’Abruzzo è terra di montagne.

È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l’orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime rocciose che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo.

Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo.

La Valle Peligna – Alto Sangro si estende nella valle Peligna, che deriva il nome dall’antica popolazione italica dei Peligni, ed ha come centro principale la città di Sulmona. Confina ad ovest con la Marsica, a sud con il Molise, ad est con il Frentano-Alto Vastese, a nord con Vestina ed Aquilano. I comuni principali sono Sulmona, Anversa degli Abruzzi, Castel di Sangro, Corfinio, Introdacqua e Scanno.

COSA VEDERE

Geograficamente costituito da quattro grandi individualità orografiche – la Majella, ampio e compatto massiccio calcareo, il Morrone, il Porrara ed i Monti Pizzi, con le valli ed i piani carsici che fra esse si interpongono – è un Parco Nazionale che per posizione geografica (completamente immerso nel Mediterraneo) per l’asprezza, vastità, ed imponenza (oltre 60 rilievi montuosi di cui 30 superano i 2.000 metri, tra i quali svettano il Monte Amaro, 2793 metri, la seconda vetta dell’Appennino; il monte Acquaviva, 2737 m; il monte Focalone, 2676 m; il monte Rotondo, 2656 m; il monte Macellaro, 2646 m; Pesco Falcone, 2546 m; Cima delle Murelle, 2598 m) per il rigore e la mutevolezza climatica, è sicuramente unico nel suo genere e racchiude al suo interno in vaste aree (widelands) che presentano aspetti peculiari di natura selvaggia (wildland) la parte più pregevole e rara del patrimonio nazionale di biodiversità, di importanza europea e mondiale.

Posto alla sinistra dell’alto corso del fiume Sangro e compreso nel Parco Nazionale della Majella, Roccaraso è adagiato al centro dell’Altopiano delle Cinquemiglia e per secoli è stato crocevia per la transumanza e i commerci tra Nord e Sud. Probabilmente di epoca romana, l’evidenza archeologica testimonia insediamenti già dai secoli V e IV a.C.; infatti tombe ed oggetti rinvenuti, permettono di accostarli a quelle ben note della grande acropoli di Aufidena e del territorio peligno. Da vedere la Chiesa di San Rocco, eretta nel 1656, come atto votivo dei cittadini scampati alla peste. Minato e distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, il Paese fu ricostruito grazie all’operosità e alla volontà dei residenti, tanto da farla rifiorire nel giro di pochi anni. Già dai primi anni del ‘900, infatti, alberghi ed affittacamere cominciarono ad accogliere i primi villeggianti che, sempre più numerosi, nel tempo hanno reso Roccaraso una località turistica di primissimo piano.

Pietransieri è un paese sorto nell’Alto Medioevo e dalla toponomastica rivela origine longobarda “Petra Anseri” (da Ansharius o Anseri). Quindi Pietransieri e Roccaraso erano paesi distinti con singole origini e storie, ma solo nel 1811, con un editto di Gioacchino Murat, Pietransieri fu aggregata al Comune di Roccaraso. La frazione di Pietransieri è oggi tristemente nota per l’eccidio di Limmari; il 21 novembre 1943, 128 furono i civili uccisi per rappresaglia dai tedeschi nell’ultima guerra, per gran parte vecchi, donne e bambini, che riposano oggi nel loro Sacrario. Dal 1945 a Pietransieri si è consolidata la consuetudine di celebrare l’anniversario della strage con una processione notturna che la sera del 20 novembre parte dai Limmari e giunge fino in paese.

Rivisondoli è adagiato, su uno sperone roccioso, in mezzo agli altipiani maggiori d’Abruzzo di altitudine elevata (1320 mt.) gode di un clima salubre e di scenari di straordinaria bellezza. Ovunque si giri, lo sguardo resta affascinato ed appagato dalla mole di Monte Pratello ad occidente; alle sue spalle la presenza rassicurante e quasi protettiva di Monte Calvario. Esso, è un importante centro turistico, molto rinomato per gli sport invernali. Dista, infatti, solo 5km dalla partenza degli impianti di risalita Rivisondoli-Monte Pratello, i quali si collegano al comprensorio sciistico Alto Sangro che comprende ben 120 km di piste. L’economia del paese è prettamente turistica, numerosi sono gli alberghi, i ristoranti e le attività commerciali.

Nella regione degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, tra immensi e silenziosi pascoli che sono alla base dell’insediamento umano e dello sviluppo dei centri sorti in questi luoghi, a 1.400 s.l.m. è situata Pescocostanzo. Centro di antica origine e luogo di intensa civiltà, può vantare una favorevole temperie culturale, esemplata dall’eccezionale patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi a testimonianza della straordinaria vicenda artistica e culturale che sviluppò soprattutto tra il 1440 e 1700. La tradizione artigiana è riuscita a rimanere viva e a salvare il patrimonio di esperienza, capacità tecnica, stile e qualità. La lavorazione del merletto a tombolo, quella della filigrana e del ferro battuto, rappresentano un punto di forza dell’offerta turistica locale. Pescocostanzo ha saputo recuperare l’antico ruolo, accreditandosi definitivamente come meta di turismo arte e cultura, oltre che di soggiorno estivo ed invernale.

Rocca Pia , data la vicinanza con Roccaraso e con gli impianti sciistici di Monte Pratello Aremogna, e’ meta turistica legata agli sport Invernali. In pochi minuti si raggiungono gli impianti per le attività legate alla neve. Al ritorno si vive in pieno l’atmosfera tranquilla del borgo montano, situato lungo la strada che collega Sulmona con Roccaraso e con la zona dell’Alto Sangro. Rocca Pia si trova all’interno di una stretta valle. Il territorio è molto vasto e quasi completamente montano e comprende inoltre la quasi totalità del Piano delle Cinquemiglia, una distesa pianeggiante priva di insediamenti, utilizzata prevalentemente per il pascolo estivo, per gli sport invernali e come base di partenza per interessanti escursioni in direzione dei rilievi che la cingono. Il territorio di Rocca Pia mostra per intero il proprio caratteristico paesaggio montano abruzzese, con pareti strapiombanti, creste, canaloni, gole di erosione, falde detritiche, carsismo, ecc. Il suo territorio , esteso sino al piano delle Cinquemiglia, presenta caratteristiche climatiche particolari dovute all’altezza (mt. 1100), oltre a bellezze naturali e spunti architettonici particolari, dato che il paese conserva l’aspetto urbanistico tipico dei borghi medievali , sviluppati lungo una via di transito. L’ architettura presenta loggiati e arcate, spesso all’ultimo piano, ben conservati e visibili presso gli edifici storici presenti nel centro. Caratteristiche le piccole scalinate esterne (vignale) con pianerottolo coperto.

PIATTI TIPICI

La cucina del borgo, come tutta quella abruzzese, trae forza e ispirazione dalle attività agricole e pastorali praticate da generazioni, ma è influenzata anche dalle tradizioni laziali e molisane, data la sua posizione. Una cucina semplice, fatta di ingredienti poveri provenienti dalla terra, ma che si combina in piatti robusti dal sapore intenso. La pasta fresca è uno dei punti di forza, tra i formati più tipici i maccheroni alla chitarra, fili spessi e lunghissimi qui chiamati carrati, conditi con il classico ragù con le polpettine o alla molinara (o alla mugnaia che dir si voglia), fili lunghissimi conditi con il ragù di castrato. Anche gli gnocchi sono molto diffusi, insieme ai tacconelli, le sagne e le tajarille, i tagliolini molto sottili che si mangiano con i fagioli oppure si utilizzano nei brodi. Tradizionali sono anche polenta, minestre di legumi, zuppe con verdure locali come orapi (spinaci di montagna) e cicoria selvatica. La carne ovina è la regina dei secondi piatti. L’agnello qui viene cucinato in vari modi: arrosto, alla brace, oppure nella tipica cacio e ova, cotto lentamente con olio, aglio e rosmarino e insaporito a fine preparazione con formaggio, uova sbattute e succo di limone, mentre le costolette vengono impanate e cotte al forno. Si consuma anche la pecora, prevalentemente per le ‘rrustelle, cioè gli arrosticini, ma si prepara anche la pecora alla callara o alla cottora, uno stracotto condito con timo, alloro, rosmarino, cipolla e peperoncino. La porchetta è immancabile nelle feste paesane, ma la carne di maiale si consuma anche insaccata e trasformata in salsicce, di carne e di fegato, o in salami, lonze e prosciutti. Dagli allevamenti di vacche, pecore e capre arrivano anche formaggi come il caciocavallo, le caciotte, i pecorini e le ricotte stagionate, ma anche prodotti più freschi come le giuncate, le burrate e le scamorze. Tra i dolci più tradizionali ci sono biscotti come i mostaccioli, gli amaretti e gli spumini, ma anche le ferratelle, e poi preparazioni tipiche delle feste come cicerchiata, frappe e pigne pasquali e la pizza dolce, un pan di Spagna bagnato con rum e alchermes farcito con creme di vario tipo.

COSA FARE

Il comprensorio sciistico di Roccaraso è noto per essere la più grande stazione sciistica dell’Appennino. Situata nel cuore dell’Abruzzo e servita da impianti di risalita veloci e moderni, si presenta agli sciatori come un’unica grande ski area: le piste di Roccaraso, infatti, sono collegate a quelle delle limitrofe stazioni di Rivisondoli, Pescocostanzo su cui si scia con lo stesso skipass, per un totale di 110 km di piste da sci. Discese mozzafiato, ottimi standard di innevamento, impianti modernissimi e funzionali, una rete di strutture e servizi integrativi efficiente e completa lo rendono il fiore all’occhiello invernale degli Altopiani e dell’Abruzzo intero.

Roccaraso è una località turistica dell’Appennino Abruzzese, in provincia di L’Aquila, comprensorio degli Altipiani Maggiori, non lontana dalle aree di due grandi Parchi Nazionali: quello storico d’Abruzzo e quello della Majella.

Ma Roccaraso non è solo neve: il fiorire della primavera, gli altopiani assolati in estate, l’esplosione dei colori d’autunno, fanno godere appieno dell’incanto che la natura dona a questo territorio. Guide locali organizzano meravigliose escursioni a piedi e a cavallo, lungo le valli o risalendo le pendici dei monti, dove non di rado si possono incontrare animali appartenenti alla fauna tipica dei confinanti Parco della Maiella e Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (cervi, caprioli, cinghiali, lepri, volpi) e, con più fortuna, ammirare in lontananza le splendide immagini dell’orso e del lupo appenninico. Per chi ama la pace e la serenità e godere della frescura dei 1250 s.l.m., innumerevoli sono le possibilità di svago e di intrattenimento: serate in piazza, eventi culturali e sportivi sono in programma tutti i giorni nella splendida sala consiliareSpataro” o presso il Palaghiaccio “Bolino”, che con i suoi 1.600 posti a sedere rappresenta il fiore all’occhiello dell’attrezzatura extra-sciistica, già sede dei Campionati italiani e Mondiali di Pattinaggio artistico a rotelle. Nel corso della stagione estiva 2007 è stato inaugurato un “Parco avventura“, dove emuli di Indiana Jones possono provare il brivido dell’avventura, sempre comunque nella massima sicurezza.

Il presepe vivente di Rivisondoli è una manifestazione religiosa, culturale e folcloristica di grande rilievo, sia nell’ambito della Regione Abruzzo che dell’Italia. La prima edizione venne realizzata infatti, nel 1951, ripetendosi di anno in anno con maggiore notorietà. Tale manifestazione si svolge ogni anno il 5 Gennaio, il bambino che viene scelto ogni anno, rappresenta l’ultimo nato del paese; la madonna, viene scelta con una specifica preselezione l’8 Dicembre, mentre, la figura di San Giuseppe viene rappresentata da un cittadino di Rivisondoli.

Pescocostanzo, in un ambiente naturalistico eccezionale, aggiunge la proposta di una vacanza, estiva ed invernale, integrandosi in un comprensorio che rappresenta, con le infrastrutture e le ricettività delle vicine Rivisondoli, Roccaraso e Rocca Pia, l’offerta montana più completa della montagna abruzzese.

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